Infusi e Decotti
- Francesco Parretti

- 26 mag
- Tempo di lettura: 3 min
DROGHE VEGETALI (PLANTAE MEDICINALES)
Già circa 4 secoli prima della nascita di Cristo, Ippocrate, il padre della medicina occidentale, aveva individuato le proprietà antidolorifiche della linfa estratta dalla corteccia di salice, senza immaginare che questa azione era dovuta all'acido salicilico, che ancora oggi è la base del principio attivo dell'aspirina. Analogamente, le proprietà della digitale, dell'aglio, della salvia e dell'assenzio erano già conosciute presso Egizi, Greci e Romani. Anche al di fuori del mondo mediterraneo, le civiltà dell'India, della Cina e del Tibet conoscevano dai tempi più remoti le proprietà curative delle erbe: un manoscritto cinese di ben 4.500 anni fa, lo Shennong Bencao Jing, già descriveva le proprietà terapeutiche del Ginseng e dell’Efedra.

Con il passare dei secoli, il costante interesse per le piante e il loro potere curativo si è raffinato. Il valore ritualistico e magico delle piante tipico delle civiltà del passato, vennero scissi con l'avvento delle scienze botaniche, che si attrezzarono con studi di ricerca e catalogazione ben precisi. I primi studiosi scoprirono infatti la complessità dei composti di origine vegetale, cercando al contempo di comprendere la correlazione tra struttura chimica e attività farmacologica di questi composti.
Arriva infatti così la definizione moderna delle cosidette droghe vegetali, riconosciute come piante intere, frammentate o tagliate, alghe, funghi e licheni, in uno stato non trattato sia in forma essiccata che fresca. Le droghe vegetali sono ad oggi definite con precisione dal nome scientifico botanico secondo il sistema binomiale (genere, specie, varietà e autore) e si ottengono sia da piante coltivate che da piante selvatiche. Devono essere, per quanto possibile, esenti da impurezze come terra, polvere, sporcizia e altri contaminanti come muffe o insetti, tantomeno presentarsi in stato di decomposizione.
DIFFERENZA TRA INFUSI E DECOTTI
In questo senso la distinzione tra infuso e decotto riguarda il metodo di preparazione: le parti più morbide della pianta, come foglie e fiori, rilasciano facilmente i loro principi attivi con una breve infusione: le parti legnose e fibrose, come radici e tuberi, richiedono invece una preparazione più lunga per permettere alle sostanze nutritive di essere estratte.
Gli infusi sono preparazioni liquide ottenute, versando sulle droghe vegetali, acqua alla temperatura di ebollizione e lasciando poi a contatto con l'acqua stessa per un tempo più o meno lungo. Dopo una fase di raffreddamento si filtrano poi le parti grossolane dei composti, attraverso ovatta o garza, per assumere i principi attivi contenuti nella droga vegetale tramite bevanda.
La differenza tra un infuso comune, come il tè, e un infuso terapeutico sta nel fine per cui viene preparato: mentre il tè è apprezzato principalmente per il gusto, l'infuso a scopo curativo mette al centro i benefici per la salute. Anche se il consumo immediato è l'ideale, un infuso può inoltre essere preparato in anticipo e conservato in frigorifero per qualche giorno.

I decotti invece sono preparazioni liquide ottenute facendo bollire in acqua per un tempo che va dai 15 minuti in su, le droghe vegetali dalle quali si vogliono estrarre i principi attivi. L'operazione corrispondente si chiama decozione ed essa non si applica mai a droghe contenenti principi attivi volatili, o meglio parti della pianta delicate come foglie o fiori. Queste infatti per il lungo tempo di esposizione al calore dell'acqua, andrebbero a bruciarsi nella loro struttura perdendo qualsiasi valore chimico. I decotti hanno un effetto terapeutico molto più decisivo rispetto agli infusi proprio a causa del processo di estrazione. In questo senso è bene sapere lo scopo e l'utilizzo che se ne fa per evitare effetti collaterali sull'organismo.









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